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Cosa c'entra il divieto di Twitter di Donald Trump con la protezione del marchio?
- Protezione del marchio

La sospensione dei profili di Trump sui social media nel gennaio 2021 potrebbe avere grandi ramificazioni per la comunità della Brand Protection.
Sebbene gli Stati Uniti stiano indubbiamente vivendo tempi tumultuosi, il divieto di accesso agli account di Donald Trump ha dimostrato che le grandi piattaforme possono farlo:
- 1. Autoregolamentazione, se c'è un incentivo a farlo
- 2. Bandire gli utenti, completamente e a vita
- 3. Consentire o meno i contenuti (come la disinformazione e gli articoli di fake news prima delle elezioni).
È chiaro che da entrambe le parti è stata sollevata una questione: come e perché le piattaforme possono scegliere quali contenuti sono consentiti?
Ora, con un maggiore controllo del ruolo delle società di social media come "editori" piuttosto che come "piattaforme", la regolamentazione di Facebook, Twitter e YouTube sta diventando sempre più probabile.
"Le mosse della Silicon Valley per espellere il Presidente Trump dai social media rappresentano una dimostrazione di potere che le aziende hanno evitato di fare per quasi quattro anni. Ora Twitter Inc., Facebook Inc. e altri devono fare i conti con ciò che verrà dopo [...] Le azioni contro il signor Trump e Parler illustrano in modo più netto che mai l'influenza delle aziende sulla conversazione online [...]"
The Washington Post (10 gennaio 2021) [1]
Se i giganti della tecnologia hanno la capacità e la volontà di bandire Trump per incitamento alla violenza, perché non i prodotti contraffatti? Perché non i medicinali illeciti venduti attraverso canali illegali? Perché non gli articoli vietati dalle politiche delle piattaforme stesse?
È evidente un cambiamento nella politica delle piattaforme, con le azioni contro Trump e Parler (un servizio di microblogging e social network "alt-tech") che probabilmente spingeranno il governo degli Stati Uniti ad agire sull'influenza significativa che queste poche aziende hanno online. Corsearch ritiene fondamentale che l'azione legislativa si estenda all'imposizione di sanzioni per chi facilita la vendita di prodotti pericolosi/illegali dopo aver ricevuto una notifica di violazione.
Le piattaforme hanno dimostrato di essere disposte a monitorare e intervenire sui contenuti che ospitano; ora devono farlo in nome della tutela dei consumatori.
Riferimenti
[1] Twitter, Facebook e altri hanno messo a tacere Trump. Ora imparano cosa c'è dopo, The Washington Post (10 gennaio 2021): https://www.wsj.com/articles/twitter-facebook-and-others-silenced-trump-now-they-learn-whats-next-11610320064